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Station to Station, il Duca Bianco e Moz

>> martedì 29 giugno 2010



Non è difficile immaginare, all'inizio degli anni 70', un Morrissey adolescente sobbalzare dalla sedia ed incollare gli occhi allo schermo, incantato dalla performance di uno strano pirata androgino che intonava , con un malizioso sorriso , una canzone il cui testo ironico e stralunato ricorda le atmosfere fanta-esistenziali di alcuni film anni '60 come Alphaville di Godard.



Quello stesso ragazzo, anni dopo, divenuto adulto, non potendo "dimenticare le canzoni che lo avevano fatto piangere e quelle che lo avevano fatto sorridere" ha voluto rendere omaggio a quel pezzo, " Drive-in saturday", da lui definito " un opera d'arte capitata per caso nell' anonima e grigia classifica inglese".
Ma l'influenza di Bowie è stata enorme non solo su Morrissey , ma anche su tanti altri artisti, dagli anni '70 ad oggi: tutta la sua produzione, almeno fino a Scary Monsters, testimonia la straordinaria ricerca di un grande artista , che ha realizzato album come "hunky dory",pura poesia. Purtroppo questa ricerca, negli anni '80 si è interrotta e , nonostante qualche guizzo di vitalità nella decade successiva, non è mai più ripresa. Ma i lavori che ci ha lasciato Bowie fino al 1980 sono talmente straordinari che davvero quello che è successo dopo ha poca importanza.
Fernanda Pivano ha detto dei testi di Bowie " Sono liriche tragiche, bellissime, da grande poeta, intrise di una sofferenza che è sempre il prezzo della poesia: la sofferenza che lo accomuna ai suoi grandi compagni di strada, come lui forse più poeti che compositori".
Questa divagazione su Bowie mi dà l'occasione per ricordare la genesi, 35 anni fa, di "Station to Station", nato da una idea e da un concetto di "isolamento" che avrebbe nutrito idealmente, ma non solo, l'estetica di Joy Division e di una intera generazione post-punk. Il numero di Luglio di "Uncut", che consiglio vivamente , dedica la copertina al Duca Bianco e contiene all'interno un ampio ed interessante articolo, con rare foto ed interviste interamente incentrate sulla tormentata genesi di "Station to Station". Il Bowie di cui stiamo parlando però, aveva già seppellito le ultime tracce di rossetto di Ziggy, tanto care a Morrissey, tra i solchi di Diamond Dogs.
(Francesco)

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